Tante sono le aziende italiane che hanno realizzato il bilancio di sostenibilità per testimoniare con dati il loro impegno ambientale e sociale. In questo articolo capiamo in cosa consiste il bilancio di sostenibilità, che vantaggi comporta e analizziamo tre case studies vincenti di realtà italiane che l’hanno già realizzato.
Cos’è il bilancio di sostenibilità?
Il bilancio di sostenibilità è a tutti gli effetti un documento che attesta le iniziative aziendali intraprese sotto gli aspetti ambientali, sociali e culturali.
Si tratta perciò di un processo per dare evidenza agli stakeholder, sia interni all’impresa -come i dipendenti- che esterni -come ad esempio i consumatori- delle proprie performance negli ambiti ESG.
È quindi una comunicazione periodica degli esiti dell’attività dell’impresa e rientra in una strategia mirata di Corporate Social Responsibility (CSR).
Fare un reporting di sostenibilità prevede però la messa a punto di un piano strategico di sostenibilità aziendale, che grazie alla consulenza dedicata di GECO può essere non solo semplificato ma anche conveniente in termini economici.
Affidandosi ad una squadra di professionisti è possibile infatti risparmiare tempo e costi nella redazione di un bilancio di sostenibilità tramite un piano aziendale strutturato, proficuo e misurabile.
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I vantaggi per le aziende che fanno il bilancio di sostenibilità
La scelta di fare un report di sostenibilità può portare a vari vantaggi. Vediamoli assieme.
Il report di sostenibilità porta ad una migliore organizzazione e gestione dei processi interni dell’azienda. In aggiunta riduce drasticamente le possibilità di incorrere in rischi migliorando, quindi, la strategia e la politica di lungo termine. Offre poi una visione più ampia del quadro aziendale, offrendo un confronto tra performance finanziarie e non finanziarie.
Altri vantaggi sono invece più legati a benefici derivanti da una comunicazione trasparente. In questo modo viene infatti migliorata la reputazione dell’impresa agli occhi degli stakeholder.
Bilancio di sostenibilità: gli esempi migliori
LAVAZZA
La multinazionale del caffè è da tempo attenta alla sostenibilità. I primi progetti risalgono infatti ai primi anni 2000, portando Lavazza nel 2015 a comunicare il proprio impegno nel report di sostenibilità.
Prendendo spunto dalle 5p dello sviluppo sostenibile (Persone, Prosperità, Pace, Partnership, Pianeta), Lavazza individua le seguenti proprietà:
- – Parità e uguaglianza di genere: entro il 2030 il gruppo ha pianificato azioni ed investimenti per raggiungere il traguardo del 40% di donne in posizioni manageriali. Inoltre punta allo sviluppo dell’imprenditoria femminile grazie a svariati investimenti,
- – Condizioni di lavoro dignitose: promuovere una cultura del lavoro etica e sostenibile che interessi tutta la supply chain, partendo anche dalla formazione dei più giovani,
- – Consumo e produzioni responsabili: un uso delle risorse, uno smaltimento dei rifiuti efficiente e un packaging più attento all’ambiente sono solo alcune delle misure che Lavazza cerca di implementare al fine di portare un cambiamento concreto
FERRAGAMO
L’impegno di Ferragamo si manifesta già dal 2016 con l’inizio di un processo di definizione dei propri obiettivi in ambito di sostenibilità prendendo come base l’analisi gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dalle Nazioni Unite. Nel 2019, grazie all’adesione al Fashion Pact –che unisce oltre 60 aziende leader del settore moda e tessile, impegnate ad arrestare il riscaldamento globale, ripristinare la biodiversità e proteggere gli oceani- Ferragamo ha confermato il proprio impegno di tutela ambientale.
L’obiettivo del gruppo è quello di creare un piano in linea con la strategia aziendale, integrando obiettivi strategici e di sostenibilità.
Al fine di raggiungere questo risultato, il Piano di Sostenibilità viene aggiornato annualmente e revisionato sia dai vertici aziendali che dal Comitato Controllo e Rischi, creando così una visione olistica e condivisa a livello generale.
DAVINES
L’azienda italiana dedicata alla cosmetica professionale, da oltre 16 anni, è fortemente impegnata nello sviluppo sostenibile, con un focus centrale sulla rigenerazione. I dati evidenziano con chiarezza questo impegno: dal 2014, sono state evitate 903,3 tonnellate di plastica vergine fossile grazie all’utilizzo di plastica riciclata o da fonti rinnovabili. Sono stati raccolti un totale di 779 tonnellate di plastica, corrispondente al 100% di quella proveniente dai prodotti venduti. Inoltre, l’82,7% degli ingredienti utilizzati è di derivazione naturale, e il 78,3% di quest’ultimi è rapidamente biodegradabile.
Il rapporto sottolinea una visione di “sostenibilità rigenerativa”, basata su un approccio integrato e collaborativo che coinvolge l’intera catena del valore, partendo dal Davines Group Village e dal sito produttivo a Parma. Oltre a misurare i successi ottenuti, il rapporto stabilisce obiettivi ambiziosi per il futuro, tra cui raggiungere emissioni zero, l’abolizione totale della plastica vergine, la promozione della biodiversità e una nuova concezione dell’acqua per potenziare ulteriormente gli sforzi di sostenibilità.
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